venerdì 24 giugno 2016

Renzi, un "Mah" ti seppellirà

Matteo Renzi e Alec Ross al Teatro Piccolo Eliseo a Roma 

"E' necessario che l'Italia diventi un paese più semplice", Renzi lo ripete in continuazione, durante incontri, conferenze stampa, presentazioni. Questa formula è diventata una sorta di leitmotiv, un tormentone. Guerra ai gufi e semplificazione: è questa la ricetta del Governo per risolvere i problemi dell'Italia.

Anche mercoledì scorso, durante la presentazione del libro "Il nostro futuro. Come affrontare il mondo dei prossimi venti anni" di Alec Ross, ex assistente di Hilary Clinton e grande estimatore del premier italiano, Renzi l'ha ribadito con forza, mentre, in sottofondo, Ross si è esibito in una cacofonica serenata, conclusa dicendo: "insieme alla Clinton e a Cameron, Matteo Renzi appartiene alla categoria di leader che guideranno i cittadini verso il futuro". Verso quale futuro non è dato sapersi.


Di certo, per l'Italia Renzi sogna un futuro, come si diceva, più semplice o meglio più easy. Ad ostacolare questa manovra ci sono ovviamente i gufi, i pessimisti, gli scommettitori del fallimento.

Bisogna cambiare mentalità, prendere spunto dagli americani. Gli italiani devono imparare a dire "Wow" e abbandonare la parola "Mah", è questo l'invito di Renzi. Guardatevi intorno, ci sono un sacco di opportunità, bisogna solo essere ottimisti, sembrava voler gridare dal Teatro Piccolo Eliseo a Roma.

Opportunità. Questa è una parola chiave per Renzi. "Bisogna dare a tutti un'opportunità, non si può dare a tutti una certezza", sono state queste le parole del presidente in risposta ad una domanda circa il reddito di cittadinanza. Se ce l'ha fatta Brian Chesky (cofondatore del servizio Airbnb), perché un italiano non può fare altrettanto? E' questa la domanda che Renzi pone agli italiani. "Bisogna mettersi in gioco, però...", chiosa il premier.

A Renzi, però, sfugge che per ogni Brian Chensky, ci sono milioni di persone che non ce la fanno, che non arrivano a fine mese, che si ritrovano escluse dal mercato del lavoro, anche perché oggigiorno più del 45% delle professioni svolte dagli uomini, potrebbero essere portate avanti dalle macchine (a tal proposito ho scritto un post che potete trovare cliccando qui). Non ce la fanno perché non hanno lo stesso talento di Chensky o forse perché non hanno avuto le sue stesse conoscenze, le sue stesse raccomandazioni. E chi pensa a questi individui? In quale dispositivo di giustizia sociale devono sperare, se non il reddito minimo garantito?

Mah no, il RMG non serve, basta essere ottimisti e mettersi in gioco. Più "Wow", meno "Mah" e tutto andrà bene!

Bisogna finirla con questa retorica del sogno, bisogna piantarla di fare continuamente e schizofrenicamente appello all'ottimismo. Il sogno americano ha mietuto un sacco di vittime, l'Italia ha bisogno di altro.

Secondo Renzi, bisogna dire "Wow" e dunque sì, smetterla di opporsi, di esclamare "Mah!". Basta ostacolare il cambiamento, la rottamazione (lessema oramai scomparso dalla narrazione renziana).

Lo scrittore Erri De Luca

Ma quanto vale la parola contraria? E quanto viene ostacolata? Lo scrittore Erri De Luca lo sa bene, così come anche Assange ed Edward Snowden. La parola contraria ha uno straordinario potere, non a caso è estremamente temuta dall'establishment, il quale cerca di intralciarla, soffocarla.

In un mondo più semplice non c'è spazio per la parola contraria, per il dissenso, per il "Mah", è evidente. Se si semplifica, si uccide la diversità di opinione, perché quest'ultima ha origine nell'approfondimento e nella ricerca. Se si semplifica è facile mettersi tutti d'accordo, ma che fine farebbe lo scontro da cui nascono i veri cambiamenti?

Il "Mah" non è solo un segno di resa, ma può essere anche un motore, può essere un detonatore di nuove prospettive, di nuove soluzioni, di nuove battaglie. Forse solo attraverso il "Mah" sarà possibile seppellire gli ottimistici, ma instabili e fragili castelli di sabbia edificati dallo storytelling renziano.

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